28_05_2012| RAPPORTO AGROALIMENTARE, IN EMILIA ROMAGNA CALA LA REDDITIVITA’ DELLE AZIENDE

Lunedì, 28 Maggio 2012

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RAPPORTO AGROALIMENTARE, IN EMILIA ROMAGNA CALA LA REDDITIVITA’ DELLE AZIENDE


Rapporto agroalimentare. Per l’Emilia Romagna crescono nel 2011 sia la produzione lorda vendibile (incremento del 1,8 per cento pari a un valore di 4,3 miliardi di euro) sia l’export con un incremento del 10 per cento, a conferma dell’eccellenza delle produzioni emiliano-romagnole. A calare del 3 per cento sono però i redditi delle aziende agricole, conseguenza del forte aumento (4,5 per cento) dei costi intermedi.


“Siamo di fronte a un’agricoltura che cresce e che alimenta un comparto agroalimentare che rappresenta il 15 per cento del pil regionale, ma che, nonostante questo non riesce a dare reddito sufficiente agli agricoltori. Di fronte a questo paradosso – ha sottolineato l’assessore regionale all’agricoltura, Tiberio Rabboni - sono due le strade su cui occorre lavorare: un’agricoltura più contrattualizzata, in grado di programmare produzione e commercializzazione, e un rapporto più equilibrato con la grande distribuzione”.


Al centro del Rapporto 2011 anche un tema di crescente attualità, quale quello della progressiva riduzione di superficie agricola, a livello nazionale e regionale. Tra il 2000 e il 2010 la diminuzione in Emilia-Romagna è stata del 5,5 per cento con percentuali particolarmente alte in montagna.
“Bisogna utilizzare le leve urbanistiche e fiscali per rendere più difficile e meno conveniente il consumo del territorio in pianura – ha sottolineato Rabboni – e contemporaneamente chiedere alla politica agricola comune di sostenere con adeguare risorse la conservazione dell’agricoltura di montagna e collina”.


L’andamento dei diversi comparti. Bene cereali, vino e carne. In flessione ortofrutta e colture industriali


In flessione le colture orticole (flessione del 6,7 per cento), frutticole (flessione del 22,1 per cento) e quelle industriali (flessione del 7,1 per cento), bene invece i cereali (incremento del 12,7 per cento), il compatto zootecnico (incremento del 8 per cento) e il vino che è cresciuto del 12 per cento, nonostante la generale riduzione delle superfici, grazie all’ottimo livello qualitativo delle uve e dei vini. Bene la produzione di latte (incremento del 6,2 per cento). In aumento, per il Parmigiano Reggiano, sia la produzione (incremento del 6,8 per cento), che i listini (incremento del 20 per cento).


In calo l’occupazione agricola (circa 4mila unità in meno), in aumento fino a quasi 5,5 miliardi il credito agrario, che rappresenta il 12,6 per cento del credito agrario nazionale e il 3,2 per cento del credito totale della regione. A conferma delle difficoltà finanziarie, cresce anche il credito agrario in sofferenza. Secondo Unioncamere, l’industria alimentare regionale nei primi nove mesi del 2011 è cresciuta dello 0,9 per cento in termini di produzione e dell’1 per cento in termini di fatturato. L’export è aumentato del 10,3 per cento delle esportazioni raggiungendo i 4.896 milioni di euro.
Si conferma la questione del ricambio generazionale. Sui 73 mila titolari di azienda agricola quasi 15 mila sono over 75 anni e più di 16 mila hanno un’età compresa tra i 65 e i 74 anni. La presenza di giovani resta limitata: i titolari di azienda agricola entro i 39 anni sfiorano l’8 per cento. Acquistano dunque una rilevanza centrale le due classi intermedie (40-54 e 55-64 anni), pari al 50 per cento del totale.